2 luglio 2016

Jail hotel

Avevo già fatto una vacanza in un hotel prigione, era stato bellissima ma niente di speciale, volevo trovare qualcosa di veramente autentico, vero, con delle celle che non fossero camere d’ albergo ma vere dentro le quali si possa respirare il profumo della detenzione, durante mie navigazioni su internet avevo scoperto che in un paese dell’ est c’ é un hotel con queste caratteristiche, utilizzata come una  prigione militare nazista, oggi l'impianto da incubo è stato trasformato in un albergo-prigione mantenendo le stesse caratteriste di un tempo dove gli ospiti dopo aver firmato una liberatoria possono essere trattati come detenuti effettivi.
Questo hotel faceva al caso mio, era quello che stavo cercando, mi eccitava molto il fatto di essere rinchiusa in una vera prigione e trattata come una detenuta “pericolosa”, subendone tutte le conseguenze, ma non conoscendo la lingua dovevo trovare un compagno/a disposto/a ad aiutarmi e mi seguisse in questa avventura, ne ho parlato con tutti i miei amici ma nessuno era disposto ad accettare.
Quando stavo quasi per rinunciare, Bianca mi ha detto che accettava l' invito e mi avrebbe accompagnato, felicissima ho prenotato e la settimana successiva siamo partite per la nostra vacanza "infernale".
Quando ci siamo presentate all' hotel per prima cosa ci hanno fatto firmare una liberatoria accettando di essere trattati come veri prigionieri da parte del personale qualificato, che include dormire in una cella su un vecchio materasso posato su assi di legno, mangiare cibo della prigione servito attraverso le porte sbarrate, essere apostrofati verbalmente dalle guardie ed eseguire gli ordini alla lettera. Il mancato rispetto per il rigoroso codice di condotta è punita attraverso l'esercizio fisico e lavori di pulizia attorno alla prigione.
Senza alcuna esitazione ho firmato con immensa gioia la liberatoria, subito dopo mi hanno condotto in una stanza dove mi hanno fatto depositare tutti i bagagli spogliare e vestire con abiti della prigione e subito mi hanno ammanettato mani e piedi, effettuato una lunga ed attenta perquisizione, poi fotografato e registrato come da prassi, al termine delle procedure mentre due secondini mi stavano accompagnando in una cella ho visto Bianca che si trovava sempre nella parte ospite ed era ancora vestita con gli stessi abiti con cui era arrivata, incuriosita gl ho chiesto perché si trovasse ancora li la sua risposta mi ha gelato il sangue: “scusami tanto ma quando ho effettuato la prenotazione devo aver sbagliato qualcosa invece di prenotare una settimana per due ho prenotato due settimane per una persona, spero che che questo piccolo disguido si traduca in una eccellente vacanza per te” e salutandomi con un sorriso sarcastico ha concluso: “goditi la vacanza, ci rivediamo tra due settimane…………” colma d’ ira ho cercato di far capire alle guardie che volevo rinunciare ho provato a divincolarmi per fuggire ma ormai era troppo tardi  hanno aperto una cella e mi hanno rinchiusa dentro senza neanche togliermi la manette.
La cella era buia stretta e odorava di muffa, se non era che ero in vacanza sarebbe stato un luogo veramente terribile, dopo alcune ore si apre lo spioncino della porta ed una guardia mi osserva per vedere se tutto va bene, vede che mi sono calmata allora entra e mi libera dalle catene, poi deposita sol pavimento un vassoio con  il pranzo, una brodaglia immangiabile ed una bottiglietta d’ acqua, guardo la cena indifferente e mi stendo sul lettino rimuginando su quello che è accaduto.
Bianca mi aveva imbrogliato magistralmente, adesso mi trovava rinchiusa in una prigione alla mercé dei guardiani e visto che non conoscevo una parola della loro lingua ero nell’ impossibilità di farmi capire e far valere le mie ragioni ed i miei diritti, ero in un bel guaio questo grazie alla mia carissima amica Bianca.
Dopo alcuni giorni dei quali non sono riuscita ne a dormire ne a mangiare quella schifezza di cibo ho iniziato a protestare ed urlare, le guardie non comprendendo una parola di quello che dicevo mi hanno scambiato per una viziosa eccentrica ed isterica, non hanno fatto nulla per capire ciò che volevo, anzi, scocciati per i miei isterici capricci, sono entrati mi hanno sbattuta per terra e dopo avermi ammanettata mani e piedi mi hanno portata nel reparto al piano sottostante, quello che ai tempi in cui il carcere era attivo era riservato ai prigionieri pericolosi e speciali ed adesso inutilizzato, credo che lo avessero aperto solo per me perché ero diventata insopportabile, mi hanno spinto dentro una piccolissima cella e dopo aver chiuso il grossissimo cancello se ne sono andati lasciandomi sola ed al buio.
 Non c’ erano finestre, la poca aria, umida e pesante, entrava attraverso il cancello, non c’ era nessun letto sul quale potermi stendere ero finita veramente all’ inferno, adesso potevo piangere e lamentarmi con ragione, i miei carcerieri non avevano dimostrato nessuna pietà nei miei confronti ed ero sicura che non mi avrebbero liberato fino alla scadenza del contratto.
Ho trascorso i restanti giorni rinchiusa in quel tugurio, dove una volta al giorno mi portavano da mangiare un po’ del loro pane schifosissimo ed un po’ d’ acqua e siccome i miei bisogni li dovevo fare per terra prima del cibo provvedevano a lavare ed innaffiare me ed il pavimento con un tubo di gomma, poi se ne andavano felici canticchiando.
Alla scadenza della vacanza sono venuti a prendermi, dopo avermi liberata dalle catene mi hanno fatto fare una vera doccia e fatta rivestire con i miei vestiti, poi mi hanno accompagnato all’ ingresso dove c’ era la mia amica Bianca ad attendermi, mi ha abbracciato e baciato poi dopo aver salutato tutto lo staff dell’ hotel mi ha persa sottobraccio e ci siamo incamminati per l’ l’uscita, era euforica voleva sapere tutto, com’ era andata, se mi ero divertita, ogni particolare, “non avere fretta ti dirò tutto al momento opportuno, adesso allontaniamoci il più possibile da questo posto non vorrei che ci ripensassero e mi ospitassero per altre due settimane………………”
La “vacanza” se cosi si può chiamare, dentro quella cella, è stata la più dura e tremenda della mia vita, sarà ben difficile che in futuro la possa rifare……………. o forse………. chissà………………..