22 dicembre 2014

Week end con inganno

Il corriere mi aveva portato un pacchetto, sapevo benissimo cosa conteneva, una confezione di ribattini per le mie "catene degli schiavi", l' avevo aperto ed ero intenta a controllare che fossero della misura giusta per le mie catene, suonano alla porta, è Martina che è venuta a trovarmi, la faccio entrare e quando vede tutte quelle catene sparse sul tavolo ne rimane affascinata, la loro pesantezza ed in particolare dal modo in cui si chiudono la eccitano molto, gli spiego che sono simili a quelle usate nei secoli scorsi al tempo degli schiavi, fatte per essere indossate per un lunghissimo periodo, senza la preoccupazione che il prigioniero possa recuperare la chiave e fuggire, messo il ceppo sull' arto e fatte combaciare le due parti si infila un ribattino nel buco e con un martello lo si colpisce sopra in modo da far ingrossare l' altra parte, in questo modo le due parti restano saldamente unite e non è più possibile aprirle se non con attrezzi speciali o tagliando il chiodo che li tiene uniti.
Martina è sempre più eccitata e mi chiede di provarli, le dico che adesso non ho molto tempo perché appena arriva Francesco partiremo per il week end, lei mi chiede di provarli su di me, le piacerebbe moltissimo immedesimarsi in una negriera che sta incatenando la sua schiava, tutte le volte che mi propongono di legarmi non riesco a dire di no e calcolando che Francesco sarebbe arrivato tra un paio d' ore avevo tutto il tempo per accontentare la mia amica e godere un po' nella mia schiavitù, poi appena arrivato mi sarei fatta liberare dalle catene e saremo partiti per il tanto sospirato week end.
Abbiamo preso le catene e siamo andate in garage, ho messo i ceppi sui miei arti infilato il ribattino dentro il buco e Martina con il martello ha provveduto a chiuderli colpendo come una furia i ribattini rendendo le catene irremovibili, era talmente eccitata che sembrava una bimba che ha ricevuto il suo più bel regalo, la stessa cosa ha fatto con il collare, sembrava non avesse mai fatto altro nella sua vita, in pochi attimi mi ha incatenata alla perfezione, adesso ero la sua schiava,  presa in mano la lunga catena che pendeva dal collare mi ha chiesto a cosa serviva,  gli ho detto che andava bloccata allo stesso metodo ad un anello fissato al muro dentro la mia cella situata nel seminterrato, non ha perso tempo e tirandomi per la catena mi ha condotta nel seminterrato e con immenso piacere ha bloccato la catena come gli avevo suggerito, ha controllato tutto minuziosamente e soddisfatta del suo operato, consapevole che non sarei mai potuta fuggire, ha raccolto tutti gli attrezzi utilizzati ed è uscita lasciando la porta aperta.
Ero incatenata nella mia prigione già da alcune ore quando ho sentito il mio compagno rientrare in casa parlare sommesso con la mia amica, ho pensato che Martina gli spiegasse che mi aveva incatenata giù nel seminterrato e lo stavamo aspettando per liberarmi, aspettavo in silenzio e con ansia ma nessuno scendeva, poi ho udito dei rumori inequivocabili che non lasciavano alcun dubbio su casa stessero facendo, i due invece di occuparsi di me stavano scopando senza la pur minima preoccupazione che io li potessi sentire, con mio grande disappunto sono andati avanti per molto tempo, non ero contenta della situazione che si era venuta a creare, sicuramente Martina era venuta a casa mia con l' intento di segregarmi e rendermi inoffensiva per poi fare quello che aveva in mente e ci è riuscita perfettamente, sfruttando le mie debolezze, mi ha messa fuori gioco con l' inganno e questo non mi piaceva.

Mentre rimuginavo sull' accaduto ho sentito dei passi ed ho visto Martina entrare con una scatola e depositarla in terra, poi con un sorriso sarcastico mi ha detto: "Non saprei come fare per liberarti ed il tuo caro compagno non ha nessuna intenzione farlo, mi ha detto che il week end che avete prenotato è già pagato, sarebbe uno spreco rinunciarvi, ma visto che per te sarà impossibile farlo di comune accordo abbiamo deciso che ti lasceremo qui ed io prenderò il tuo posto, nella scatola c' è cibo a sufficienza per cui non morirai di fame..........." è uscita e questa volta ha chiuso la porta a chiave.
Ero furiosa, mi avevano ingannata nel peggiore dei modi, aveva sfruttato la mia debolezza per rinchiudermi ed incatenarmi nella mia prigione in modo da rendermi inoffensiva e prendere il mio posto e questo nonostante la mia indole di schiava docile e remissiva non riuscivo ad accettarlo, nonostante fossi furiosa ed arrabbiatissima dovevo farmene una ragione e per essere liberata dovevo per forza attendere pazientemente il loro ritorno .......................................................