5 marzo 2013

Come un ascensore.........


Con le mie amiche, ci siamo ritrovate a casa di Francesca, per passare il pomeriggio in allegria e nel contempo raccontarci le nostre ultime esperienze, questa volta l' argomento principale era la piccola disavventura capitata a Martina, la quale per un black out elettrico era rimasta chiusa dentro l' ascensore per quasi un' ora.
Tutte concordavano nel dire che, rimanere rinchiuse dentro un' ascensore è un' esperienza tutt' altro che piacevole, se poi una soffre anche leggermente di claustrofobia allora la cosa si complica notevolmente, io non sono mai rimasta bloccata dentro un ascensore, ma considerando tutte le volte in cui sono stata rinchiusa nei posti più angusti lo posso considerare come un piacevole inconveniente, le mie amiche non la pensavano come me e nonostante tutte praticassero bondage, restare chiuse dentro l' ascensore non rientrava tra i loro piaceri.
La discussione è andata avanti per un bel po' di tempo, poi a Francesca viene un' idea e mi lancia una sfida: "mi piacerebbe metterti alla prova, sei disposta a dimostrare ciò che sostieni?", non avrei chiesto niente di meglio, incuriosita ed anche molto eccitata ho accettato con molto entusiasmo sicura di superare agevolmente la prova alla quale volevano sottopormi, cosi siamo partite tutte per la sua casa in campagna  per dimostrare ciò che sostenevo.
Arrivate a casa di Francesca, senza indugi, ci siamo dirette subito alla sua cantina, ricordavo perfettamente dove si trovava e come era fatta, mi ci aveva tenuta legata per un ' intera notte ed il giorno successivi ancora legata mi aveva fatto attraversare tutto il borgo fermandosi a parlare con tutte le persone che incontrava (http://www.totieely.blogspot.it/2011_01_01_archive.html), ma non ricordavo che ci fosse qualcosa simile ad un ascensore, incuriosita e molto eccitata sono entrata nuovamente in quella cantina seguita dalle mie amiche.
Una volta dentro Francesca mi ha indicato alcune botti in cemento che non avevo notato la volta precedente, con una torcia e mi ha chiesto di ispezionare l' interno della botte, cosi ho infilato la testa dentro uno sportello rotondo posizionato alla base della botte ed ho guardato all' interno, non credevo ai miei occhi, effettivamente l' interno poteva benissimo essere paragonato ad un grande ascensore, senza luce e senza aperture, l' unica era quella dove avevo infilato la testa per guardere, ho pensato che sarebbe stato bellissimo e molto eccitante essere rinchiusa li dentro, non ho fatto in tempo ad esprimere questo desiderio che Francesca mi ha ordinato di entrare dentro per dimostrare quello che dichiaravo.
Con il cuore palpitante ed una grande emozione, sono entrata dentro attraverso quell' unico piccolo passaggio, una volta all' interno ho notato che potevo stare benissimo in piedi ed allargando le braccia potevo toccare le pareti opposte, ero dentro un enorme cubo le cui pareti di cemento lisce e fredde davano una sensazione di ristrettezza ed oppressione, mi sono roteata più volte all' interno come se facessi un balletto al fine di dimostrare che la ristrettezza del luogo non mi sconvolgeva affatto e non avevo nessuna paura, al contrario essere li dentro lo trovavo molto piacevole.
Le mie amiche non hanno apprezzato il mio entusiasmo ed hanno deciso di rinchiudermi dentro, improvvisamente hanno chiuso lo sportello e mi sono ritrovata rinchiusa al buio dentro una specie di sarcografo senza nessuna via di fuga, l' unico ingresso era quello da dove ero entrata e le mie amiche avevano ben chiuso dall' esterno, solo due fori di circa dieci centimetri, uno sullo sportello ed uno sul soffitto lasciavano entrare un filo di luce ed un piccolo ricambio d' aria, avevano ragione le mie amiche essere rinchiuse in un luogo cosi tetro e ristretto metteva veramente paura, parlando attraverso il buco sullo sportello ho cercato di dirgli che avevano ragione, che avevo voluto esagerare ma adesso volevo uscire, per tutta risposta ho visto spegnersi quel lieve raggio di luce che entrava dal soffitto ed ho sentito il portone d' ingresso della cantina chiudersi con un colpo sordo, non solo mi avevano rinchiuso dentro la botte ma se n' erano proprio andate lasciandomi sola e rinchiusa, ho iniziato a provare una certa angoscia, per me si prospettava veramente una lunga notte da incubo.
Quel luogo cosi stretto mi stava mettendo ansia, affanno ed anche molta paura, i battiti del mio cuore si facevano sempre più veloci, iniziavo a sudare notevolmente ed il respiro si faceva affannoso, dovevo riuscire a calmarmi altrimenti non sarei riuscita ad arrivare al mattino successivo, mi sono sdraiata e con la bocca davanti al buco in basso ho iniziato una respirazione lenta e profonda cercando con la mente di trasformare questo incubo in un' esperienza piacevole, non è stato facile ma piano piano ci sono riuscita.
Ho trascorso tutta la notte, sdraiata sul pavimento cercando di non toccare le pareti che mi avrebbero ricordato quanto lugubre era quel luogo, ogni volta che mi assopivo mi risvegliavo sobbalzando in preda a degli incubi e presa come da un raptus colpivo con i pugni le pareti fredde cercando di romperle per fuggire, solo quando ho visto entrare dal buco sul soffitto un raggio di luce ho capito che stava sorgendo il sole e forse il mio incubo sarebbe finito di li a poco, ho gioito e mi sono tranquillizzata ed ho atteso in tranquillità che le mie amiche venissero a liberarmi.
Una volta uscita da quel sarcografo per nessuna ragione al mondo avrei detto che avevo avuto paura, volevo far capire che era stata una notte molto piacevole, una volta uscita sorridendo ho detto: "è stata un' esperienza eccezionale ma............. è mancato qualcosa, la prossima volta che sarò rinchiusa li dentro voglio essere anche legata..............", speriamo che non mi prendano in parola................