9 novembre 2012

Nel bosco dietro casa 2° parte



Avevo fatto self bondage nel boschetto convinta di essere sola in mezzo alla natura e nessuno mi avrebbe disturbata ed invece, ero stata scoperta ed avevo fatto un gran brutta figura ed adesso ero incavolata con me stessa, la mia voglia di trovare nuovi posti e nuovi metodi per passare ore incatenata delle volte non mi fa ragionare e molte volte mi accadono cose che eviterei molto volentieri.
Quest' ultima avventura non era andata come avevo previsto ed avevo fatto una brutta figura ma pensandoci bene forse non mi dispiaceva affatto ed era forte dentro di me il desiderio di ripeterla, ho pensato molto a quella coppia ed ho valutato che potevano essere le persone giuste e fidate a cui chiederlo, ero convinta che lei, molto timida e premurosa, non mi avrebbe mai abbandonato, dopo essere stata legata dal suo compagno se mi fossi trovata in difficoltà lo avrebbe costretto ad intervenire immediatamente, mi piaceva l' idea di coinvolgerli cosi ho pensato che molto probabilmente erano venuti in quel bosco alla ricerca dei funghi e le ceste che avevano confermavano la mia ipotesi, il tempo era quello giusto e se ne avevano trovati molto probabilmente sarebbero ritornati ancora in quel posto, non mi restava che provare a rintracciarli nello stesso luogo dove mi avevano trovata legata all' albero.
Per alcuni giorni mi sono recata nel boschetto facendo finta di raccogliere funghi, con la speranza di incontrarli di nuovo e la mia costanza è stata premiata, erano tornati come avevo previsto, appena li ho visti li ho salutati con un gran sorriso, lei è rimasta un po' in disparte ma poi ha risposto al saluto anche se nei suoi occhi appariva un lieve turbamento, al contrario lui era ben disposto ad instaurare una nuova amicizia, ci siamo presentati, Giorgio e Chiara conviventi da sei anni amanti della natura e della tranquillità e come avevo immaginato amavano fare lunghe passeggiate nei boschi alla ricerca dei funghi, avevo visto giusto, cosi dopo il primo approccio anche lei si è sciolta, ci siamo seduti per terra ed abbiamo iniziato una piacevole conversazione.
Gli ho raccontato di me dei mie gusti delle mie "avventure", ho notato che lui non perdeva una parola mentre lei era tesa ed anche un po' imbarazzata, capivo che la cosa le piaceva ma non aveva il coraggio di ammetterlo, poi sono andata al sodo e gli ho detto: "Mi piace essere legata ad un albero in mezzo al bosco, come mi avete trovata la volta precedente, ma con una piccola variante, sarete voi a legarmi e sarete sempre voi a decidere quando liberarmi, non voglio sapere quanto mi terrete legata, sarà molto eccitante attendere il vostro ritorno, sono certa che voi siete delle persone di cui mi posso ciecamente fidare", a queste parole Chiara è diventata rossa come un peperone, imbarazzatissima a subito detto di no ma poi convinta dal suo compagno che si trattava solo di un gioco si è convinta ed ha accosentito a partecipare, gli ho dato appuntamento in quel luogo per il pomeriggio del giorno seguente, avrei portato io tutto il necessario.
Ero talmente felice ed eccitata per quella che sarebbe stata la mia più pazza avventura, farsi legare in mezzo al bosco da due sconosciuti ed attendere il loro ritorno per essere liberata era incredibilmente fantastico, non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte tanto ero agitata  pensavo ai piaceri ed alle paure che averi avuto e nonostante il buonsenso mi dicesse di non farlo, dentro di me una forza ed un desiderio incredibile mi dava il suo assenzo sempre con maggiore eccitazione.
Il giorno dopo ho preso dalla mia collezione il più bel paio di manette e mi sono recata all' appuntamento con i miei nuovi amici, ho consegnato a Giorgio le chiavi ed ho dato a Chiara le manette chiedendogli di chiuderle sui miei polsi, era imbarazzatissima, tremante, ho abbracciato l' albero ed ho atteso che chiudesse le manette sui mie polsi, click... click... click... finalmente ero legata come desideravo, li ho guardati con trepidazione mentre si allontanavano lasciandomi sola.
Essere legata a quell' albero, sola nel bosco, mi piaceva e mi eccitava, ma alcuni pensieri turbolenti mi sconvolgevano la mente: "avevo fatto bene a fidarmi di due sconosciuti? quando sarebbero ritornati per liberarmi? e soprattutto se avessero abusato di me?", non volevo pensare negativamente ma solo cose piacevoli, essere legata nel mezzo del bosco e senza la minima possibilità di fuga mi eccitava molto anche se  una piccolissima preoccupazione si faceva strada dentro di me.
Sono rimasta legata tutto il pomeriggio, quando sono tornati a liberarmi era ormai sera, io iniziavo a preoccuparmi e stavo valutando se avere ancora fiducia o mettermi a gridare per chiedere aiuto, poi ho sentito dei passi ed ho visto le loro sagome avvicinarsi, è stato come rinascere un' altra volta, Chiara è subito venuta dietro ed ha aperto le manette scusandosi per il ritardo, incuriosita mi ha chiesto come stavo e se avevo avuto paura, "non potrei stare meglio è stata un' esperienza eccezionale e per ringraziarvi questa sera serete miei ospiti".
Chiara è rimasta un po' titubante avrebbe voluto tornarsene a casa sua, io mi sono accorta di questa sua incertezza e rapida come un fulmine ho chiuso le manette sul suo polso destro e sul mio sinistro poi ho preso le chiavi e le ho gettate in mezzo alla vegetazione, impossibile ritrovarle, "adesso non hai scelta, con il buio credo sia impossibile ritrovare le chiavi e quelle di scorta sono a casa mia, dovrai per forza essere mia ospite" il suo compagno ha sorriso e divertito ci ha seguito mentre noi come gemelle siamesi camminavamo per raggiungere la mia abitazione.
Appena arrivate, on la scusa di prendere le chiavi, ho portato Chiara in camera, l' ho fatta sedere sul letto, ho prendevo le chiavi di riserva dal comodino, ho aperto le manette sul mio polso, l' ho fatta adagiare delicatamente sul letto e l' ho ammanettata alla testata, non ha opposto alcuna resistenza, poi rivolgendomi a Giorgio: "adesso è tutta tua .....................", non si è lasciato sfuggire questa occasione inaspettata, le ha tolto le scarpe, poi i pantaloni ed infine le mutandine e l' ha scopata con passione e vigore facendola urlare di piacere mentre io seduta sulla poltrona osservavo in silenzio e con una grande invidia....................... come avrei voluto essere al suo posto..................

10 ottobre 2012

Nel bosco dietro casa




Abitare in campagna, anche saltuariamente, può avere i suoi vantaggi, potersi immergere nella natura lontano da occhi indiscreti per me è il massimo che si possa desiderare, la nostra casa si trova al centro di un grande prato circondato per tre lati da una grande siepe e da un lato un grande bosco, le altre case sono molto distanti per cui è impossibile essere spiati e questo mi da la possibilità di fare cose nella massima naturalezza e riservatezza.
Un fine settimana mi trovavo sola in casa con un grande desiderio, fare un po' di self bondage, ma volevo qualcosa di diverso dalla solita routine, che mi eccitasse ed al tempo stesso mi facesse fremere per la situazione che si sarebbe creata, guardando in direzione del bosco mi è venuta un' idea un po' insolita, ho prelevato da frizer una bottiglietta piena di ghiaccio che precedentemente avevo congelato al cui interno c' era una chiave per le manette legata con una cordicella, ne tengo sempre una a disposizione casomai mi venisse improvvisamente la voglia  di usarla come questa volta, un paio di manette e mi sono incamminata all' interno del bosco, ho percorso alcune stradine fino a ritrovarmi in mezzo ad una piccola radura in mezzo agli alberi, mi sono guardata intorno ed ho constatato che era il luogo perfetto per fare ciò che avevo in mente.
Con del nastro adesivo che mi ero portata ho fissato la bottiglietta con dentro la chiave al fusto di un alberello, stando attenta che il sole non la colpisse direttamente con i suoi raggi perché avrebbe fatto sciogliere il ghiaccio troppo velocemente, mentre io volevo che la chiave restasse all' interno della bottiglietta più a lungo possibile, poi ho steso la cordicella che usciva dal collo fino all' albero più vicino al quale mi sono appoggiata con le spalle e dopo averlo abbracciato con le mani dietro la schiena mi ci sono ammanettata, un brivido ha attraversato il mio corpo, una sensazione bellissima, prigioniera in mezzo agli alberi, circondata da una pace ed una tranquillità incredibile, facendo scorrere la schiena sul fusto dell' albero mi sono seduta e nell' immobilità mi sono immersa in tutti quei piccoli suoni provenienti dal bosco, il canto degli uccelli, le foglie mosse dal vento e quei piccoli rumori quasi impercettibili che fanno i piccoli animali quando si muovevano nel sottobosco.
Mi ero legata a quell' albero già da un po' di tempo e stavo osservando uno scoiattolo che entrava ed usciva dalla sua tana in un albero vicino  quando ho udito un rumore diverso che non apparteneva all' ambiente circostante, due persone si stavano avvicinando, ho imprecato dentro di me, avevo trovato un luogo di pace per fare il mio gioco preferito ed adesso non solo venivo interrotta ma rischiavo soprattutto di essere scoperta e questo non mi piaceva, i passi si avvicinavano sempre di più ed io non avevo nessun modo per nascondermi, poi improvvisamente due persone, un uomo ed una donna con dei cestini in mano sono apparsi improvvisamente davanti.
Appena mi hanno visto hanno subito capito che ero legata, la donna immaginando chissà quale scenario ha abbracciato il suo compagno piena di paura certa di trovarsi in mezzo ad un rapimento o qualcosa di simile, il suo compagno ha notato subito la bottiglia e la cordicella ed ha immediatamente capito quello che stavo facendo, ha cercato di spiegargli che non c' era nessun pericolo, che non mi avevano rapita e che stavo solo giocando, nonostante la spiegazione non riusciva a calmarla era in preda ad una agitazione incredibile, tremava ed insisteva affinché mi liberasse immediatamente, dopo averla fatta sedere a poca distanza da mi si è avvicinato e mi ha chiesto in modo garbato se avevo bisogno di aiuto, se volevo essere liberata o essere lasciata in pace.
Ormai con la loro presenza avevano interrotto l' incantesimo, mi avevano tolto tutta la fantasia ed ero talmente innervosita che tanto valeva che il mio stato di prigioniera finisse immediatamente cosi ho acconsentito che mi liberasse, ha staccato la bottiglia dall' albero  e scaldandola con le mani ha accelerato lo scioglimento del ghiaccio e recuperata la chiave ha aperto le manette sotto lo sguardo incredulo della compagna.
Arrabbiata per l' intromissione dei due e soprattutto per essere stata scoperta ho raccolto la bottiglietta, ho messo le manette in tasca ho salutato abbozzando un sorriso e lo confesso, rossa in volto come un bambino sorpreso a rubare la marmellata me ne sono andata lasciando che i due continuassero la loro passeggiata nel bosco.
Nel percorso di ritorno verso casa mi sono domandata più volte chi fossero e cosa stessero facendo nel bosco ma soprattutto quello che avevano visto ed avevano fatto lo avrebbero raccontato?

12 agosto 2012

Pos-it




Una sera rientrando in casa ho notato sul pavimento una lunga fila di pos-it, incuriosita ho raccolto e letto il primo: "raccogli tutti i pos-it e segui tutte le istruzioni che troverai indicate", eccitata per il modo originale di comunicarmi quello che desiderava ho raccolto il secondo, poi il terzo, il quarto ed ho seguito scrupolosamente gli ordini in essi indicati e seguendo scrupolosamente le istruzioni mi sono ritrovata nuda davanti alla porta del seminterrato, il pos-it attaccato ad essa mi ordinava di scendere le scale, l' ho fatto con grande eccitazione e un forte batticuore, mi immaginavo dove mi avrebbe condotto ma non avevo idea di cosa avesse organizzato, attaccato alla porta di una stanza vuota che in futuro useremo per cantina il fogliettino giallo mi indicava di entrare, all' interno ho notato subito sul pavimento una lunga catena fissata al muro alla quale erano attaccati dei ceppi per polsi e caviglie, molto spessi e pesanti, non facevano parte della nostra collezione, doveva averli acquistati recentemente a mia insaputa e bloccata su una parete una bottiglia completamente congelata dalla quale usciva una cordicella ed un pos-it attaccato, era l' ultima indicazione, più bella quella quella che avevo sognato fin dal primo istante: " Sono sempre stato contrario che tu faccia self bondage, ma questa volta ti darò il permesso di farlo, ti ho preparato tutto l' occorrente, raccogli le catene ed usale........... non avrai nessuna possibilità di fuggire, solo quando il ghiaccio si sarà sciolto potrai recuperare la chiave e liberarti".
La bottiglia era molto grande, un litro e mezzo, e far scioglier tutto il ghiaccio non sarebbe stata sufficiente un' intera nottata, ma non mi importava ero troppo eccitata, nonostante fosse sempre stato contrario a che io mi legassi da sola, stavolta non solo mi permetteva di farlo  ma aveva organizzato tutto nei minimi dettagli tutto facendomi una graditissima ed eccitante sorpresa.
Ho raccolto le catene ed ho subito notato che avevano una chiusura particolare, una volta fatte combaciare le due metà dei ceppi ed inserita  una spina di acciaio diventavano un pezzo unico e non era visibile nessun buco per la chiave, questo particolare mi ha eccitata maggiormente, avrei individuato il modo per liberarmi quando il ghiaccio mi avrebbe permesso di recuperare la chiave, senza alcun indugio ho chiuso i ceppi sui miei arti e sul collo restando incatenata come mi aveva ordinato.
Avevo eseguito alla lettera i suoi ordini, le catene molto corte e permettevano di fare solo dei piccoli movimenti, questa ristrettezza esaltava i miei sentimenti, ero felice che lui mi volesse incatenata ed ancor di più avermi permesso di legarmi da sola, stretta nelle catene ed immersa nei miei pensieri mi sono rilassata e addormentata sognando piacevolmente di essere stata rapita e richiusa in quella fantastica prigione in attesa del mio principe che venga a liberarmi.
Sono stata svegliata  da dei rumori e della musica che provenivano dal piano superiore, non mi rendevo conto di quanto tempo fosse passato, dalla finestrella in alto sulla parete ho capito che era notte inoltrata, ho prestato attenzione ed ho capito dai rumori che sopra di me qualcuno stava festeggiando, non so cosa ne perché, l' unica certezza era che volevano farlo senza di me e questo mi stava procurando un forte stato di ansia e malessere, ho  iniziato a strattonare le catene con il solo risultato di farmi male, non mi sarei mai potuta liberare senza la chiave congelata dentro quell' enorme bottiglia che era ancora un blocco di ghiaccio e per sciogliersi completamente avrebbe impiegato ancora moltissimo tempo, avrei voluto urlare per richiamare la sua attenzione di quelli che festeggiavano al piano superiore, ma non potevo farlo perché so benissimo che assolutamente lui non vuole, così ho dovuto rassegnarmi al mio ruolo di prigioniera e per ingannare l' attesa cercavo di decifrare i rumori provenienti dal piano superiore.
Solo dopo molte ore i rumori e la musica sono diminuiti fino a cessare completamente e solo allora sono riuscita a rilassarmi e calmarmi, poi ho sentito la porta della mia prigione aprirsi ed un fascio di luce proveniente da una torcia illuminarmi il volto, ho capito che la mia prigionia era giunta la termine, era venuto per liberarmi, il mio malumore era svanito di colpo, la sua sola presenza mi rendeva felice, ha giocato con la torcia ha illuminato il mio corpo, quel gioco di luce mi piaceva e mi eccitava, ma per lui aveva un' altro scopo,  illuminando le braccia e le gambe voleva vedere se erano ben incatenate e se avevo eseguito alla lettera i suoi ordini e vedendo che tutto era come aveva ordinato mi ha detto: "sei stata bravissima, meravigliosa, hai eseguito alla perfezione ogni mio ordine........ meriti un premio....." e senza dire altro se n' è andato chiudendosi la porta alle spalle.
Per tenermi lontana dalla sua festa aveva sfruttato la mia passione per self bondage ed era riuscito pienamente nel suo intento ed adesso giustificandolo come un premio mi avrebbe tenuta incatenata per molto tempo,ad essere ingannata per due volte consecutive per i suoi scopi mi metteva di malumore, ma nonostante tutto il mio più grande desiderio è quello di essere rinchiusa, legata ed incatenata e se mi aveva ingannata per raggiungere il suo scopo non mi importava, mi aveva fatto provare quelle forti emozioni che a me piace tanto................................  il ghiaccio mi ha permesso di recuperare la chiave solo il giorno seguente e riuscire a sbloccare il meccanismo per liberarmi non è stato semplice .................. ma infinitamente piacevole.

12 giugno 2012

Volevo andare al mare




Finalmente è arrivata la bella stagione e per questo Serena mi ha proposto di fare una gita al mare, ho accettato molto volentieri anche perché sono una fanatica della tintarella, mi ha proposto di partire al mattino presto onde evitare il traffico e per questo ha voluto che la sera prima andassi a dormire da lei, il suo compagno era fuori per lavoro per questo non avrei creato alcun disturbo e ci saremo potute riposare e preparare in tranquillità.
Ben felice per l' invito la sera prima della partenza mi sono recata a casa sua, abbiamo cenato e come per incanto è spuntato dal nulla un bellissimo paio di manette combinate con leg irons, a Serena piace impersonare la poliziotta ed a me piace molto di più farmi arrestare da lei, mi ha chiesto di spogliarmi, prevedendo un dopocena eccitante non mi sono fatta pregare ed in un attimo ho tolto tutti i vestiti, rimasta nuda mi ha ammanettata e poi accompagnata giù per le scale che conducono nel seminterrato.
Ho sempre ritenuto molto eccitante il seminterrato di Serena, da una porta con le sbarre si entra in un locale simile ad una cella di una prigione ed ogni volta che vi entro mi immagino di essere una pericolosissima criminale che è stata catturata, arrestata e rinchiusa in prigione ed anche stavolta, eccitatissima, mi immaginavo la stessa cosa, Serena mi ha spinto dentro la cella e prima di chiudere la porta è entrata pure lei e visibilmente eccitata ha iniziato a carezzarmi ogni parte del mio corpo ed infilare la sua lingua in ogni anfratto procurandomi in intenso piacere, presa da quest' atmosfera fantastica ho fatto un piccolo passo indietro, la catena sulle caviglie mi ha fatto incespicare e con la schiena sono finita addosso alla porta che si è chiusa energicamente facendo scattare la serratura e la chiave per l' impatto è schizzata fuori dal buco andando a cadere distante dalla porta.
Prese dalla foga e dall' eccitazione non abbiamo fatto caso alla porta che si era chiusa alle nostre spalle, poi nel momento in cui Serena aveva deciso di uscire, ci siamo accorte di ciò che era capitato, involontariamente eravamo rimaste rinchiuse dentro la cella e senza la chiave saremo potute uscire, Serena ha messo la mano tra le sbarre ma la chiave era troppo distante, allora ha provato ad infilare una gamba ed anche questo tentativo è andato fallito, la chiave era ad una distanza tale che senza un aiuto esterno non saremo mai riuscite a raggiungerla, l' unico modo era attendere il rientro del compagno di Serena, che sarebbe avvenuto solo il giorno successivo e fino ad allora saremo rimaste rinchiuse, prigioniere dentro quella meravigliosa prigione.
Sconfortata e visibilmente arrabbiata ha scaricato tutte le responsabilità dell' accaduto su di me e con forza mi ha presa e trascinata verso la parete opposta alla porta, li ha raccolto un collare che era collegato al muro tramite una catena e in un attimo l' ha chiuso sul mio collo, in questo modo voleva addossarmi tutta la responsabilità dell' accaduto e punirmi per essersene stata la causa, la situazione che si era venuta a creare a me piaceva molto, non mi interessava affatto sapere quanto sarei rimasta incatenata, stavo vivendo come in un sogno e di questo ne godevo molto ma non avevo il coraggio di dirlo a Serena che al contrario era visibilmente incavolata.
Quando è arrivata la notte, nonostante i numerosi tentativi, eravamo ancora rinchiuse e lo saremo state ancora a lungo, poi piano piano  Serena si è calmata, è venuta vicino e mi ha abbracciato, ho ricambiato quelle dolci effusioni fino a quando ci siamo addormentate  tenendoci teneramente abbracciate.
Al mattino mi è venuta un' idea di come riuscire a recuperare la chiave che ho subito illustrato a Serena, gli ho detto di togliersi i vestiti ed annodarli come per fare una lunga corda, poi gettare un capo attraverso le sbarre per arrivare a coprire la chiave come fosse una rete e poi recuperare il tutto, l' idea gli è piaciuta, si è spogliata ed ha annodato i vestiti e come gli avevo indicato ha lanciato attraverso le sbarre la lunga striscia di vestiti, dopo numerosi tentativi andati a vuoto è riuscita ad avvicinare la chiave e raccoglierla, l' ho vista sorridere mentre apriva la porta ed usciva dalla prigione, solo dopo molto tempo l' ho vista apparire sulla porta con un vassoio contenete un' abbondante colazione che ha poggiato per terra ed insieme, felici e sorridenti, abbiamo divorato quel lauto pasto.
Al termine della colazione, Serena ha raccolto il vassoio e guardandomi con uno sguardo che non prometteva niente di buono mi ha detto: "sono certa che per te restare legata è molto più eccitante che venire con me, non ho nessuna intenzione di  liberarti ed al mare ci andrò da sola..............", sono rimasta ammutolita, l' ho seguita con lo sguardo chiudere la porta ed andarsene, sono rimasta sola immersa nei miei pensieri cercando di capire se avermi lasciarmi legata mentre lei andava in gita lo faceva per farmi un piacere o perché voleva vendicarsi?
Tutto sommato qualsiasi fosse la risposta giusta non me ne importava niente, avrei atteso piacevolmente il suo ritorno rinchiusa ed incatenata nella sua cella fantasticando realtà che solo la mia mente può partorire..........................

21 maggio 2012

Ricordi........




.........ero andata a convivere con il mio fidanzato e tutto andava alla perfezione, non gli avevo detto dei miei hobby un po' speciali, non immaginava minimamente che fin da piccola facevo self bondage, mi piaceva essere legata con catene chiuse con lucchetti, ancora non avevo trovato il momento giusto per dirglielo, era molto tempo che non lo facevo e mi mancavano quei momenti di prigionia in cui mi estraneavo dal mondo ed iniziavo a vagare con la mia fantasia aspettando che il ghiaccio si sciogliesse restituendomi la chiave per ridarmi la libertà.
Il desiderio di legarmi si faceva sempre più forte ma non riuscivo a restare da sola abbastanza a lungo per poter fare una seduta di self bondage, l' occasione mi capitò all' improvviso, sapevo che quel giorno il mio fidanzato sarebbe stato fuori città per lavoro allora avrei sfruttato la sua assenza per fare ciò che da molto tempo desideravo, così avevo chiesto un pomeriggio di riposo ed al mattino, senza farmi notare, avevo messo una chiave nel frizer per farla congelare dentro un cubetto di ghiaccio che avrei usato quel pomeriggio.
Al mattino siamo usciti insieme ognuno per il proprio lavoro, ho trascorso ' intera mattinata in uno stato di agitatazione incredibile, non vedevo l' ora di tornare a casa per sfruttare quell' occasione che mi era capitata inaspettatamente.
Rientrata a casa, sono andata a prendere i miei giocattoli, a quel tempo avevo solo un paio di manette di acciaio simili a quella della polizia che mi ero procurata tramite un amico armaiolo e di una catena con alcuni lucchetti, non era molto ma per il mio scopo erano più che sufficienti, ho preso dal frizer il cubetto di ghiaccio con dentro la chiave delle mie manette e l' ho attaccato al lampadario,
 mi sono spogliata completamente, ho tolto le mutandine e dopo averle appallottolate le ho infilate nella mia bocca poi con un foulard mi sono imbavagliata facendo un nodo ben stretto dietro la testa poi ho messo il tappeto sotto il radiatore per non sentire il freddo del pavimento, ho predisposto una seconda via di fuga in modo da essere certa che mi sarei potuta liberare se fosse capitato qualsiasi imprevisto, ho chiuso con un lucchetto la catena al termosifone e l' altro capo alle manette e........ click...... click..... click..... chiuse sui miei polsi dietro la schiena, finalmente ero prigioniera come da molto tempo desideravo.
Ero legata al termosifone già da un paio d' ore felice e soddisfatta e non sentivo assolutamente il desiderio di liberarmi, avrei voluto che il cubetto di ghiaccio fosse tre volte più grande in modo da restare prigioniera ancora a lungo, immersa nei miei pensieri mi sono assopita sognando di essere stata rapita ed imprigionata da malfattori, quando improvvisamente il rumore della chiave che girava nella serratura mi ha riportato alla realtà, quando ho capito che qualcuno era entrato in casa sono entrata nel panico, il cubo di ghiaccio non si era ancora sciolto ed io non sarei stata in grado di liberarmi velocemente, il mio fidanzato che doveva restare fuori casa tutto il giorno era tornato anzitempo e vedendomi legata si è spaventato immaginando che qualche malintenzionato fosse entrato in casa e mi avesse fatto del male, la sua agitazione era molto forte, girava per la casa alla ricerca di un fantomatico aggressore, i mie mugolii lo mettevano ancor di più in agitazione ed io non riuscivo a fargli capire che in casa non c' era nessuno e tutto questo era opera mia.
Solo dopo che mi ha tolto il bavaglio sono riuscita a calmarlo, gli ho spiegato che nessun estraneo era entrato in casa e se mi aveva trovata legata era per mia volontà, perché lo trovo molto eccitante ed altrettanto piacevole ed appena il cubetto di ghiaccio finisce di sciogliersi fa cadere la chiave con la quale mi posso liberare, se poi per una qualsiasi ragione non fossi riuscita a recuperarla avevo predisposto una seconda via di fuga, finalmente si era calmato ed ascoltava tutte queste mie spiegazioni immobile ed incredulo poi incuriosito ed infine eccitato e lo potevo notare benissimo dalla protuberanza dei suoi pantaloni che aumentava sempre di più, la sua eccitazione aveva coinvolto anche me, essere legata davanti a lui che si stava eccitando mi rendeva euforica, con notevole sforzo sono riuscita a mettermi in ginocchio ed avvicinarmi a lui per quanto mi permetteva la catena a cui ero legata, poi guardandolo negli occhi ho spalancato la bocca ed ho atteso, non c' è stato bisogno di dire altro, si è abbassato i pantaloni ha tirato fuori il suo cazzone e me lo ha infilato senza tanti complimenti in fondo alla gola.
Ho succhiato con grande bramosia e passione e credo che sia stato il pompino più godurioso e rapido che avesse mai ricevuto, in un battito di ciglia mi ha riempito la bocca con il suo deliziosissimo seme, poi si è ricomposto, ha controllato come ero legata e sicuro che senza la chiave non mi sarei mai potuta liberare ha staccato il cubo di ghiaccio facendolo sciogliere tra le mani, si è messo la chiave in tasca dicendo: "da ora in avanti ti proibisco di legarti da sola e se proprio non ne puoi fare a meno dovrò essere io farlo......... ed adesso per punizione, per non avermi raccontato tutto di te, resterai legata fino a quando non deciderò di liberarti", ha raccolto le mutandine e me le ha rimesse in bocca poi con lo stesso foulard mi ha imbavagliato di nuovo, ha rimosso la seconda via di fuga e senza voltarsi è uscito di casa lasciandomi legata come mi aveva trovata.
Non avrei mai immaginato che la serata sarebbe stata diversa da come l' avevo programmata e da quel giorno per me è iniziata una nuova vita...................... una nuova e piacevole vita.....................

2 maggio 2012

Maid




Per festeggiare una ricorrenza, il mio compagno ha voluto organizzare a casa nostra una cena con i nostri amici, mi ha spiegato che voleva fare qualcosa di particolare ed eccitante e per questo mi ha proposto di servire a tavola indossando una divisa da cameriera ultra sexy , l' idea mi è piaciuta molto e poiché i commensali sarebbero stati i nostri amici con i quali condivido costantemente i miei giochi di bondage, ho accettato a patto che la cameriera oltre che sexy avesse anche le catene su polsi e caviglie, entrambi felici per le nostre richieste abbiamo organizzato la cena procurandoci tutto il necessario per la perfetta riuscita e già dai preparativi mi pregustavo qualcosa di veramente speciale.
Il giorno stabilito dopo aver preparato la tavola e tutte le portate, nell' attesa dell' arrivo dei nostri amici mi sono preparata, volevano qualcosa di speciale ed io glielo avrei dato, dopo una lunga doccia rilassante ho usato quel fantastico profumo che a lui piace molto, ho indossato un intimo di pizzo nero, calze con scarpe dai tacchi altissimi ed un minuscolo abitino da cameriera, un leggero trucco metteva in risalto i miei lineamenti, non ho tralasciato nessun dettaglio dovevo essere bellissima, mentre mi guardavo allo specchio controllando che tutto fosse perfetto è entrato il mio compagno portando una cintura d' acciaio alla quale erano saldate sui lati due catene che terminavano con degli anelli per imprigionare i polsi, ha chiuso la cintura strettamente intorno alla mia vita ed i miei polsi dentro gli anelli  poi ha legato le mie caviglie con un paio di leg irons, sono rimasta incantata, dovevo servire a tavola con le mani legate, la lunghezza delle catene che legavano i miei polsi mi permettevano a malapena di portare un vassoio e questo mi rendeva molto eccitata,  mi sono guardata ancora una volta allo specchio provando a muovere le mani, avrei dovuto fare molta attenzione nel servire onde evitare di far cadere per terra tutto ciò che portavo, ma in fin dei conti quella era la situazione avevo voluto, mi piaceva e mi eccitava pure.
Sono rimasta chiusa in cucina mentre il mio compagno ha accoglieva i nostri amici facendoli accomodare a tavola, poi ha suonato un campanellino ed io mi sono presentata con gli aperitivi, avanzavo con un vassoio in mano a piccoli passi ancheggiando, sono rimasti in silenzio, sorpresi e sbigottiti, non si aspettavano di vedermi cosi, passato il primo attimo di sconcerto hanno alzato i bicchieri ed hanno brindato alla nostra amicizia pregustandosi una serata fuori dal comune, anche io appena entrata in sala da pranzo sono rimasta perplessa, Francesco mi aveva detto "una cena con i nostri amici" ma non mi aveva detto che avrebbe invitato solo gli uomini, la cosa non mi ha turbato molto, anzi mi avrebbe resa molto più esuberante e disinibita.
Sono tornata con gli antipasti iniziando a servire dal mio compagno il quale infilando le mani tra le mie gambe ha raggiunto le mutandine strappandomele di dosso poi ha continuato a palpeggiarmi subito imitato dagli altri, mentre avevo le mani occupate a sorreggere il vassoio loro mani si infilavano da per tutto, non c' era una parte del mio corpo che non fosse carezzata dalle loro sapienti mani, non sono riuscita a resistere a lungo, incredibilmente eccitata ho avuto il primo orgasmo, poi sono uscita e rientrata portando il primo e dopo aver servito tutti vedendo che l' atmosfera si stava vertiginosamente riscaldando non ho saputo resistere ulteriormente, mi sono infilata sotto il tavolo ho messo la testa tra le gambe del primo commensale il quale non si è fatto pregare, ha tirato fuori dai pantaloni il suo cazzone e me lo ha infilato in bocca, con grandissimo piacere l' ho succhiato, succhiato, succhiato fino a quando mi ha riempito la bocca con il suo squisito nettare e come un' ossessa e piena di voglia sono passata da un cazzo all' altro e nonostante non li potessi toccare li ho succhiati tutti con immenso piacere e dissetandomi con quel gustosissimo liquore.
La cena è andata avanti, sino alla fine, con grandissima euforia, il mio corpo carezzato continuamente dalle loro mani, al termine dopo aver sorseggiato il caffè non ancora sazi del mio corpo, ma ancora eccitati, mi hanno fatto mettere in ginocchio, piegata in avanti con la testa che toccava il pavimento e uno dopo l' altro mi hanno scopato con una bramosia e veemenza, qualcuno non potendo resistere ad attendere il suo turno mi ha sollevato la testa e senza tanti complimenti me l' ha piantato in fondo alla gola, ho avuto un orgasmo dietro l' altro con la grande felicità dei miei amici.
Alla fine di quella serata meravigliosa mi sono domandata: "i miei amici racconteranno alle loro compagne il vero svolgimento della festa?"............... credo di no............. ed io farò altrettanto.............

9 aprile 2012

L' evasione............



Sdraiati sul divano, il caminetto acceso, una serata di completo relax, con il mio compagno stavamo guardando alla TV un programma: "Le grandi evasioni", dove venivano ricostruiti con tutti i dettagli quello che alcuni detenuti avevano escogitato per poter evadere dal carcere in cui erano rinchiusi, m' incuriosiva molto vedere con quanta cura e meticolosità avevano pianificato la loro evasione, ero molto eccitata e vedere quelle ricostruzioni mi portava ad immedesimarmi in una detenuta che si sarebbe associata al gruppo per la fuga, per creare l' atmosfera giusta sono andata a prendere delle manette combinate con leg irons che ho chiuso sui miei polsi e caviglie per poi accovacciarmi tra le gambe del mio compagno e godermi tutto il documentario valutando ogni piccolo dettaglio.
La visione del documentario e la manette sui miei polsi mi portavano ad immaginarmi in quei detenuti che cercavano di fuggire ad ogni costo e mentre il filmato scorreva il mio compagno, vedendo il mio stato emotivo ha pensato bene di provocarmi sfidandomi in una prova di evasione: "ho notato che ti eccita molto guardare gli altri fuggire di prigione, voglio vedere se per te sarà altrettanto eccitante e piacevole essere la protagonista", sono rimasta senza parole, non mi aspettavo una simile proposta, non ho avuto il tempo di reagire ne di valutare se fossi stata d' accordo perché senza aspettare una mia risposta si è alzato mi ha presa per le catene delle manette e mi ha portata giù in cantina dove con un lucchetto ha bloccato le mie manette ad una catena fissata sul muro e senza dire una parola se n' è andato.
Rimasta sola mi sono domandata in quale modo sarei potuta fuggire, la catena era murata nel muro, non avevo le chiavi delle manette ne quelle del lucchetto e senza di esse le serrature non si potevano aprire e intorno a me non c' era nessun oggetto da usare per forzare le serrature, come avrei fatto ad evadere? ho fatto alcuni tentativi tirando la catena, cercando di sfilarmi le manette dai polsi ma tutto è stato inutile, ero certa che aveva in mente qualcosa ma non riuscivo a capire cosa avrei dovuto fare per evadere.
Ho atteso pazientemente il suo ritorno, immedesimandomi in una pericolosa detenuta che voleva evadere ma in quel momento non aveva un piano per metterlo in atto, ho passato tutta la notte in uno stato di ansia e di agitazione immaginando il modo in cui sarei potuta fuggire.
Il mattino seguente è sceso in cantina portandomi un' abbondante colazione, un piccolo martello ed un altrettanto piccolo scalpello, sono rimasta stupita, senza parole, non capivo a cosa potessero servire quell' oggetti, non ho dovuto attendere molto per essere messa  a conoscenza del suo diabolico piano: "io tra poco me ne andrò e tornerò prima del fine settimana, se vuoi riacquistare la libertà dovrai usare questi attrezzi e rimuovere la catena dal muro, sono certo che ti darai da fare perché il cibo ed l' acqua sono al piano superiore ed il mio aiuto arriverà tra sei giorni quindi ti consiglio di darti da fare.........".
Era una situazione molto complicata, in passato non ho mai dovuto faticare per liberarmi, ma questa volta ero costretta a farlo se non volevo morire di fame e sete, lasciandomi in questa situazione mi costringeva a lavorare, non avevo scelta o mi davo da fare o sarei rimasta incatenata subendo terribili conseguenze, non avevo mai usato quel tipo di utensili per cui dovevo impegnarmi a fondo e riuscire ad estrarre la catena dal muro, contemplando le catene, gli attrezzi ed il luogo dove mi trovavo mi domandavo se sarei mai riuscita ad evadere da quel luogo dove in passato ho trascorso momenti fantastici e purtroppo adesso odiavo.
Dopo lunghi attimi di riflessioni ho raccolto gli attrezzi ed ho iniziato a lavorare e mi sono subito resa conto che il lavoro sarebbe stato lungo, faticoso e molto doloroso, le manette sui miei polsi permettevano piccolissimi movimenti per cui i colpi sullo scalpello risultavano leggeri come carezze e con un muro cosi resistente avrei impiegato un' eternità, avevo iniziato da pochi minuti ed ero già scoraggiata e delusa, presa dallo sconforto ho lasciato cadere gli attrezzi e mi sono raggomitolata iniziando a piangere, singhiozzavo e chiedevo aiuto, ma essendo rinchiusa nella cantina della mia casa di campagna sapevo benissimo che nessuno avrebbe sentito le mie grida ne mi avrebbe aiutato.
Ho passato lunghe ore in meditazione cercando una soluzione, ma la sola ed unica certezza era che dovevo contare solo su me stessa, con  coraggio e determinazione ho ripreso a lavorare incurante del dolore sui polsi ed a piccoli colpetti, per quanto mi permettevano le catene, ho cercato in tutti i modi di estrarre dal muro quella maledetta catena che mi teneva prigioniera.
Quando è arrivata la sera avevo rimosso solo una piccola parte del muro intorno alla catena, non riuscendo più a vedere, stanca, affamata ed assetata mi sono distesa per riposarmi ed attendere di nuovo il giorno per riprendere il lavoro.
Appena un piccolo raggio di sole ha illuminato la mia prigione, ho raccolto gli attrezzi ed ho ripreso a lavorare con maggior vigore e volontà, non volevo restare un minuto più del necessario rinchiusa dentro la mia cella, dovevo evadere come i carcerati che avevo visto nel documentario e con grande determinazione, senza un attimo di sosta sono riuscita a liberami prima che arrivasse di nuovo la sera.
Ce l' avevo fatta, ero libera e felice, adesso anch' io mi potevo vantare di essere riuscita ad evadere....................................

24 marzo 2012

La caccia al tesoro

Con le mie amiche Claudia, Martina e Francesca sono stata invitata a passare un fine settimana a casa di Serena la quale, conoscendo i nostri gusti, un po' speciali, ha organizzato il gioco della caccia al tesoro in modo molto particolare, sostanzialmente si svolgeva come il classico, avremo dovuto trovare e decifrare i messaggi nascosti nei vari punti della casa per arrivare al tesoro, ma lo dovevamo fare legate ed incatenate l' una alle altre ed il premio finale consisteva nella chiave che serviva per liberarci dalle catene e riacquistare la libertà.
Serena, certa e consapevole che la sua proposta sarebbe stata accettata con entusiasmo aveva organizzato tutto con largo anticipo disponendo nei punti strategici i famosi biglietti da decifrare, cosi appena arrivate a casa ci ha illustrato cosa aveva organizzato e noi entusiaste per la sua trovata davvero originale abbiamo accettato con molto piacere.
Pronte per iniziare immediatamente un gioco che ci avrebbe appagato completamente, Serena ha provveduto ad incatenarci con delle manette bloccate su una lunga catena per tenerci tutte unite ed i leg irons per crearci difficoltà nei movimenti, era la prima volta che eravamo incatenate insieme e questo ci rendeva particolarmente euforiche, per camminare e spostarci non era facile, dovevamo collaborare sincronizzando i nostri movimenti e trovato il giusto ritmo ci siamo divertite a passeggiare per la casa e per il giardino procedendo in fila indiana accompagnate da quel fantastico suono che le catene emettono durante i nostri passi, quel procedere incatenate era troppo bello ed eccitante e nessuna di noi aveva voglia di mettersi alla ricerca del tesoro (le chiavi per liberarci) ci avremo pensato in seguito adesso non volevamo interrompere il nostro divertimento, neppure il pranzo ci ha distolto dal nostro piacere e sempre incatenate tra di noi siamo riuscite a sederci a tavola e mangiare con molta difficoltà e nonostante le catene limitassero molto i nostri movimenti e questo è stato il pranzo più gustoso ed eccitante che avessi mai fatto.
Finito di mangiare, Serena, forse indispettita dal nostro atteggiamento rinunciatario della ricerca del tesoro ha deciso di andarsene lasciandoci legate e precisando che non ci avrebbe aiutato a toglierci le catene, l' unico modo per farlo era trovare le chiavi seguendo le indicazioni nascoste nei vari punti nella casa e nel giardino.
Solo nel tardo pomeriggio quando abbiamo capito che non sarebbe tornata abbiamo deciso che dovevamo per forza trovare le chiavi, abbiamo preso e decifrato il primo biglietto recandoci nel luogo indicato per trovare il secondo, poi il terzo e cosi via, le indicazioni ci facevano andare una volta in casa una volta nel giardino e per fare questi spostamenti si impiegava molto tempo e molta fatica per via delle catene che legavano ognuna di noi, ma nonostante tutto era molto divertente e piacevole, quando siamo arrivate alla postazione dieci, era ormai sera ed il biglietto ci indicava di scendere nel dungeon di Serena dove, dentro la cella avremo trovato l' undicesimo biglietto, forse l' ultimo.
Stanche per il lungo pellegrinare siamo finalmente arrivate nel dungeon, il cancello della cella era accostato e sulla parete in fondo, di fronte al cancello, c' era attaccato il biglietto, per poterlo prendere siamo dovute entrare tutte e quattro all' interno della cella e nel momento in cui lo staccavamo dal muro, pronte per leggerlo, il cancello, a effetto della molla di chiusura automatica montata a nostra insaputa, si è chiuso facendo scattare la serratura, ci siamo guardate attonite, abbiamo provato ad aprirlo ma era chiuso saldamente la serratura era scattata e non c' era nessuna chiave che lo potesse aprire, leggendo il biglietto abbiamo avuto la conferma che eravamo cadute in una trappola che la nostra amica aveva organizzato ed il fatto che se ne fosse andata via costringendoci alla ricerca della chiave lo dimostrava, nel biglietto c' era scritto: "Carissime siete giunte al termine del gioco, ma purtroppo avete impiegato troppo tempo e la porta che si è chiusa alle vostre spalle ha una serratura look time e non si  riaprirà prima di domani alle ore 16, per cui rilassatevi, non riuscirete mai ad aprirla prima del tempo stabilito, godetevi questa dolce permanenza miei dolci tesori.
Siamo rimaste per essere cadute cosi ingenuamente in trappola, ma non c' era alternativa saremo rimaste rinchiuse fino al giorno successivo, le mie amiche erano un po' contrariate, non gradivano questo imprevisto, io al contrario ero molto felice ed eccitata, restare incatenata ed imprigionata ancora per un lungo periodo con le mie amiche mi riempiva di felicità.
Solo dopo il tempo stabilito la serratura è scattata permettendoci di uscire prendere le chiavi, che ironia della sorte erano appese in bella vista fuori dalla cella ed impossibili da arrivarle da dentro, aperte tutte le serrature abbiamo potuto riacquistare la nostra libertà.
Il week end è stato magnifico nonostante il lungo periodo rimasta imprigionata, i polsi e le caviglie erano doloranti e trascorrere tutto quel tempo incatenata alle mie amiche l' ho trovato molto entusiasmante, non vedo l' ora di poterla ripetere quanto prima ..............

6 marzo 2012

La casa dei fantasmi

Serena aveva acquistato una vecchia casa in campagna con l' intento di ristrutturarla, quel pomeriggio, libere da impegni, eravamo andate a vistarla, mi piacciono le vecchie case perché al loro interno possono celare molti segreti, quando siamo arrivate ho subito notato che più di una casa era un rudere, disabitata da molti anni con porte e finestre rotte e molti muri fatiscenti, una volta restaurata sarebbe stata splendida, mi ha detto che all' interno aveva trovato qualcosa di speciale e che doveva farmela vedere, piena di eccitazione e curiosità l' ho seguita in casa e poi nel seminterrato dove aperta una porta siamo entrate in un piccolo locale buio senza finestre, non capivo cosa avesse di speciale sembrava un comune ripostiglio dentro una cantina, poi Serena ha raccolto da terra una catena con attaccati dei ceppi per incatenare mani e gambe di un prigioniero ed allora ho capito che quel locale serviva da prigione oppure il vecchio proprietario aveva i nostri stessi gusti.
Ho preso in mano quelle catene, erano pesanti e piene di ruggine, segno che era da molto tempo che non venivano usate, ho provato un brivido, sarebbe stato molto eccitante metterle sui miei polsi, non ho resistito ho messo i miei polsi dentro e con una lieve pressione, nonostante le cerniere fossero logore dal tempo, ha permesso di unire le due metà, era fantastico, emozionante, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, Serena ha raccolto un ferro dalla forma a T, era la chiave per chiudere i ceppi ed io emozionatissima ho teso le mani affinché bloccasse quelle catene sui me.
Affascinata da quel luogo sinistro osservavo Serena mentre chiudeva con quel ferro il meccanismo che bloccava le catene, ha chiuso i ceppi alle caviglie poi quelli dei polsi e l' ha fatto con tanto vigore e forza che la chiave, vecchia e rugginosa, si è spezzata, in un primo momento ci siamo messe a ridere, l' idea di rimanere incatenata era bellissima ed eccitante ma quando mi ha detto che non esisteva una chiave di riserva ho iniziato a preoccuparmi benché vecchie e rugginose le catene non si sarebbero aperte senza una chiave, la sua faccia è divenuta seria, impacciata, presa dall' eccitazione del momento non aveva calcolato che la chiave ormai logora dal tempo si sarebbe spezzata, le dispiaceva avermi cacciato in quella situazione ma avrebbe subito rimediato andando di corsa da suo marito per farsela aggiustare,  "non ti preoccupare farò presto ma per maggior sicurezza chiuderò la porta a chiave cosi nessuno ti potrà importunare". 
Non avevo scelta, la mia libertà dipendeva solo da lei, dovevo per forza aspettare che tornasse con la chiave riparata, ho sentito la porta chiudersi e la serratura scattare più volte, senza volerlo mi trovavo prigioniera in un luogo buio con un cattivo odore di muffa saturava l' aria, non mi sentivo a mio agio come lo ero stata in altre situazioni simili, mentre aspettavo con ansia il ritorno della mia amica me ne stavo rannicchiata in un angolo cercando di restare immobile per paura che un mio movimento potesse essere sentito da un ignoto abitante della casa e nonostante la casa fosse disabitata e pericolante nella mia mente si era instaurato il pensiero che fosse abitata dagli spiriti dei vecchi proprietari, immersa nei miei assurdi pensieri e stremata dall' attesa della mia amica mi sono addormentata.
Non so quanto tempo ho dormito, ma un soffio di aria gelida mi ha svegliata, poi ho udito dei passi al piano di sopra accompagnati da un suono molto familiare, come se avesse le caviglie incatenate e fuori dal locale aldilà della porta della mia prigione degli ululati che echeggiavano in tutta la casa, sono stata presa dal panico, il terrore ha invaso il mio corpo, avrei voluto gridare con quanto fiato avevo in gola ma la paura di essere scoperta mi chiudeva la bocca, rannicchiata in un angolo ed immobile per non fare il più piccolo rumore assistevo inerme al ripetersi di questi strani eventi mentre un sudore freddo bagnava tutto il mio corpo il mio cuore batteva come impazzito per la paura.
Non credo ne ai fantasmi ne agli spiriti maligni, ma la situazione che stavo vivendo mi faceva credere il contrario, rinchiusa ed incatenata in quel luogo buio, tetro e sinistro, costretta a subire quegli eventi che continuavano incessantemente e se per un momento si attenuavo ripendevano poi con maggior vigore ed intensità facendomi agitare e tremare di paura oltre ogni limite.
Quando finalmente è giunto il giorno, ho sentito aprire la porta tutto è cessato come per incanto, Serena è apparsa agitando in mano una chiave nuova con la quale mi ha liberato, ho cercato di sorridere, non avevo il coraggio di raccontare quello che era accaduto in sua assenza, tutti i miei incubi e le mie paure, una volta libera, appena varcata la soglia della cella davanti hai miei occhi ho visto tutti i nostri amici che applaudivano e festeggiavano, non riuscivo a capire perché fossero li ad applaudire ma quando in coro mi hanno chiesto se avessi passato una notte piacevole ho capito che erano stati loro ad organizzare tutta quella sceneggiata, per l' emozione non sono riuscita a dire una sola parola, ma per l' emozione ho pianto copiosamente,  avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, mi avevano fatto passare una notte indimenticabile ed adesso..................................... con molta probabilità gli chiederò di farmelo rivivere......................