21 ottobre 2010

L' inizio


Fin da bambina, ero sempre quella che nei giochi finiva catturata e legata, le prime volte, ricordo che la cosa non mi piaceva, ma essendo la più piccola dovevo soccombere, molte volte ho pianto e supplicato i miei compagni che se continuavano a legarmi non avrei mai più giocato con loro, per il momento mi accontentavano ma poi puntualmente tutto tornava come prima ed io mi ritrovavo ad essere quella che veniva catturata e legata.
Con il passare del tempo questo gioco iniziava a piacermi, ma mi guardavo bene a dirlo ai miei compagni, ogni volta che venivo catturata per fare cosa gradita ai miei compagni continuavo a gridare ed agitarmi, ma il disagio era solo apparente, mi comportavo cosi solo per entrare nel personaggio e mascherare il mio piacere e se qualche volta non venivo legata mi dispiaceva molto.
L'età dei giochi è finita ed in me è rimasto un fortissimo desiderio di essere legata, ma non avevo compagni giusti per farlo, così cercavo di legarmi da sola, con le corde era molto difficile, i nodi o stringevano troppo oppure si scioglievano da soli annullando tutto il mio piacere, poi ho iniziato ad usare catene e lucchetti ed è stato meraviglioso riuscire a legarmi da sola, in questo modo non era possibile potersi liberare senza usare una chiave ed in più potevo restare legata per molto più tempo perché le catene non dovevano stringere i polsi come le corde e mi permettevano di fare dei piccoli movimenti restando sempre legata, con la pratica di questo sistema ero diventa molto brava ad aprire ogni tipo di serrature.
Ho cercato di restare legata sempre più a lungo ma volevo anche un modo per liberarmi in sicurezza dopo un determinato tempo e dopo una lunga ricerca ho scoperto l'uso della chiave congelata in un cubetto di ghiaccio, per me è stata una trovata fantastica, mi procurava forti emozioni, mi faceva vivere come se fossi veramente rapita da uno sconosciuto, potevo essere incatenata senza la minima possibilità di fuga e dovevo dovevo aspettare, incatenata, che il ghiaccio si sciogliesse per poter riacquistare la mia libertà, tutto questo lo potevo realizzare come se avessi un partner reale.
Una volta ero rimasta a casa da sola, i miei genitori sarebbero stati assenti per tutto il giorno, cosi ho voluto esagerare, ho legato la chiave, del lucchetto che avrei usato, con una cordicella, l'ho messa dentro una bottiglia di acqua da 1/2 litro e l'ho messa nel congelatore, poi quando i miei genitori se ne sono andati ho recuperato la bottiglia, che era diventata un blocco di ghiaccio e sono scesa in cantina, il mio luogo preferito, ho allontanato tutti gli oggetti che avrei potuto usare per una fuga anticipata, ho fissato la bottiglia con del nastro adesivo ad una gamba di un tavolo lontano dalla mia portata e steso la cordicella verso la parte in cui mi sarei legata che avrei adoperato per recuperare la chiave appena il ghiaccio si fosse sciolto, con le catene ho fatto una specie di manette ed ho chiuso i miei polsi con un lucchetto, poi ho fissato l'altra estremità dalla catena ad un grosso palo di sostegno di una scaffalatura con un altro lucchetto, sarei rimasta prigioniera fino a quando il ghiaccio si fosse sciolto lasciando libera la chiave.
Avendo a disposizione dell'intera giornata e sicura che il ghiaccio si sarebbe sciolto prima del ritorno dei miei genitori, in questo frangente, ero talmente sicura di quello che avevo programmato che non avevo previsto una via di fuga.
Era trascorsa quasi mezza giornata da quando mi ero incatenata ed il ghiaccio dentro la bottiglia era sempre compatto, stavo iniziando a preoccuparmi, temperatura della cantina era molto più bassa che in casa e questo allungava il tempo di scioglimento, se non riuscivo a recuperare la chiave prima del ritorno dei mie genitori, sarei stata veramente nei guai, avrei dovuto dare troppe spiegazioni e chissà con quali conseguenze, ho iniziato ad aver paura, mi volevo liberare ad ogni costo, strattonavo le catene quasi volessi strapparle ma non c' era niente da fare non sarei mai riuscita a liberarmi senza la chiave e la chiave era bloccata dentro una bottiglia piena di ghiaccio, il mio cuore batteva a mille come impazzito, ero in un lago di sudore, non sapevo più cosa fare tanta era l'agitazione, mi sono messa a piangere come facevo da piccolina quando venivo legata dai miei compagni, poi dopo un tempo talmente lungo che sembrava un'eternità il ghiaccio si è sciolto ed ho potuto recuperare la chiave per la mia libertà
Una volta libera ho recuperato tutte le catene ed i lucchetti e li ho nascosti nella cantina ed ho fatto appena in tempo a salire in casa prima dell'arrivo dei miei genitori, ero salva.........
Sono rimasta legata tutto il giorno, nonostante sia ancora una principiante ho superato tutte le difficoltà e mi sono sentita molto soddisfatta della mia performance e gli imprevisti hanno contribuito a rendere la sessione di self-bondage molto più eccitate del previsto, per buona fortuna nessuno si è accorto di nulla............

2 commenti:

  1. Ciao Elisa,

    mi e 'piaciuto motlo il tuo racconto "L'inizio". A dire il vero la tua esperienza e' molto simile alla mia. Mi farebbe piacere raccontartela e anche trovare qualcuno di cui parlare apertamente di queste cose, di cui finora non ho parlato praticamente a nessuno. Sarei felice se puoi contattarmi, a presto,
    Christian (chriserni@gmx.com)

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  2. gli inizi sono sempre rocamboleschi. La mia fesseria è stata al massimo quando ho preso una corda, ed ho legato le caviglie al letto, passando la stessa sotto e poi facendo due bei cappi che si sono chiusi tirando su i piedi. Che bello, ho pensato, adesso faccio lo stesso con i polsi, e così sono rimasto bloccato come un pistola, con le braccia troppo larghe per poter agire, nemmeno un taglierino o forbice a tiro, le caviglie bloccate. E adesso? Tra qualche ora arrivano i miei e se mi trovano così sono guai. Passata circa mezz'ora di inutili faticosi tentativi, non resta che pensare ad una balla da raccontare. Ma non sempre tutto va storto. La mia ragazza, ora moglie, doveva venire a trovarmi per approfittare della casa libera per scopara, e fin qui nulla di strano. Non trovandomi si sarebbe preocuupata, non fosse che aveva conservato una copia della chiavi di casa mia che avevo dato per le ferie.......quando mi trova nudo, e legato, non si preoccupa mica, anzi. Si spoglia, mi gira attorno facendomi tintinnare la sua cavigliera (io impazzisco per le cavigliere, a morte!) controlla che io sia legato ben stretto, mi dice ''ma perchè non compri delle manette?'' poi mi fa telefonare ai miei genitori, ossia mette il telefono in comunicazione vicino a me e mi obbliga a raccontargli qualcosa, qualunque cosa finchè lo dice lei sennò se ne va e mi lascia così qui. Allora ubbidisco, e metre parlo al telefono mi fa un signor pompino ed è stata dura tenere un tono di voce convincente mentre non smetteva con quella lingua nemeno dopo la sborrata, molto diffcile. Poi l'ho punita legandola con la corda alla pecorina e scopandola anche nell'ano. ciao

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